In questa intervista realizzata durante EICMA 2024, moto.it intervista Fabio Farioli, team manager di KTM e icona mondiale del mondo dell'Enduro che ci regala una visione unica del motorsport.
Fabio, Farioli è sinonimo di KTM da oltre 50 anni, una storia che spazia dall’azione diretta alla gestione, dalle vendite al controllo. Tu rappresenti la seconda generazione, portando avanti e ampliando l’eredità familiare. Cosa significa per te gestire una realtà così evoluta e complessa, e come hai affrontato i recenti cambiamenti nel mondo delle discipline off-road?
Fabio Farioli: È vero, le cose si sono evolute molto negli ultimi anni. Inizialmente mi occupavo del team KTM Enduro, gestendo 4-5 piloti a stagione. Con il tempo, però, pur diminuendo il numero di piloti, sono aumentati i team e le discipline. Ora supervisiono non solo l’Enduro tradizionale, ma anche il SuperEnduro e l’Hard Enduro, gestendo i team KTM, GasGas e Husqvarna. Sono discipline diverse che richiedono preparazioni, moto e allenamenti specifici. Anche con pochi piloti, il lavoro si è moltiplicato: è come gestire 12 atleti anziché 4.
Nonostante queste sfide, il 2024 si chiude con una serie di successi. Avete vinto tutto quello che vi eravate prefissati. Come descriveresti questa stagione e come affrontate la pressione?
Fabio Farioli: Sì, con orgoglio posso dire che abbiamo vinto tutto. Dall’Enduro tradizionale con Garcia e Verona, al SuperEnduro con Billy Bolt, fino all’Hard Enduro con Lettenbichler e Bolt, che ha vinto l’ultima gara nonostante una stagione difficile. Il segreto è l’ottimizzazione: risorse, tempi, preparazioni. Lavorare in un contesto così denso di impegni richiede una pianificazione quasi maniacale. Certo, il calendario 2025 ci porterà nuove sfide, con più gare in programma, ma affrontiamo tutto con lo stesso spirito di sempre: dedizione e precisione.
Hai parlato del clima positivo nel team. Qual è il segreto per creare un ambiente così coeso?
Fabio Farioli: La mia priorità è creare armonia. A volte bisogna essere rigidi, altre volte più flessibili, ma l’obiettivo è sempre far sentire tutti a proprio agio. Questo vale per piloti e staff. Abbiamo un’azienda solida alle spalle e tecnici di altissimo livello. Il nostro lavoro è un puzzle: mettere insieme tutti i pezzi e mantenerli al loro posto. È essenziale che tutti, dai meccanici ai piloti, siano appassionati e soddisfatti. Non dico che sia facile, ma quando funziona, si vedono i risultati.
Qual è il pilota con cui hai un rapporto speciale?
Fabio Farioli: Ogni pilota è unico, ma alcuni rimangono più vicini. Garcia è come un bambino sempre entusiasta, Verona è praticamente uno di famiglia, e Lettenbichler ha un’attitudine quasi “aliena” ma è incredibilmente amato. Sono tutti talentuosi, ma ognuno porta qualcosa di diverso. L’Enduro è una disciplina dura, ma siamo una “famiglia” resistente, pronta a superare qualsiasi sfida.
Come descriveresti l’evoluzione dell’Enduro rispetto a quando correvi tu?
Fabio Farioli: L’essenza delle gare è rimasta la stessa, ma i materiali e le tecnologie hanno fatto passi da gigante. Moto più potenti, sospensioni più sofisticate, pneumatici incredibili: tutto questo permette prestazioni impensabili in passato. Tuttavia, ogni progresso aumenta anche i rischi, perché i margini di errore si assottigliano.
Quali sono le aspettative per il futuro?
Fabio Farioli: Continueremo con i nostri top rider: Garcia, Verona, Bolt e Lettenbichler. Stiamo anche supportando giovani promesse, come Wade Young, che ci ha dato grandi soddisfazioni. Non cambieremo una squadra vincente, ma guardiamo sempre avanti, cercando di crescere e migliorare. La sfida è costante, ma è proprio questo che ci spinge a dare il massimo ogni giorno.
Fabio Farioli: È vero, le cose si sono evolute molto negli ultimi anni. Inizialmente mi occupavo del team KTM Enduro, gestendo 4-5 piloti a stagione. Con il tempo, però, pur diminuendo il numero di piloti, sono aumentati i team e le discipline. Ora supervisiono non solo l’Enduro tradizionale, ma anche il SuperEnduro e l’Hard Enduro, gestendo i team KTM, GasGas e Husqvarna. Sono discipline diverse che richiedono preparazioni, moto e allenamenti specifici. Anche con pochi piloti, il lavoro si è moltiplicato: è come gestire 12 atleti anziché 4.
Nonostante queste sfide, il 2024 si chiude con una serie di successi. Avete vinto tutto quello che vi eravate prefissati. Come descriveresti questa stagione e come affrontate la pressione?
Fabio Farioli: Sì, con orgoglio posso dire che abbiamo vinto tutto. Dall’Enduro tradizionale con Garcia e Verona, al SuperEnduro con Billy Bolt, fino all’Hard Enduro con Lettenbichler e Bolt, che ha vinto l’ultima gara nonostante una stagione difficile. Il segreto è l’ottimizzazione: risorse, tempi, preparazioni. Lavorare in un contesto così denso di impegni richiede una pianificazione quasi maniacale. Certo, il calendario 2025 ci porterà nuove sfide, con più gare in programma, ma affrontiamo tutto con lo stesso spirito di sempre: dedizione e precisione.
Hai parlato del clima positivo nel team. Qual è il segreto per creare un ambiente così coeso?
Fabio Farioli: La mia priorità è creare armonia. A volte bisogna essere rigidi, altre volte più flessibili, ma l’obiettivo è sempre far sentire tutti a proprio agio. Questo vale per piloti e staff. Abbiamo un’azienda solida alle spalle e tecnici di altissimo livello. Il nostro lavoro è un puzzle: mettere insieme tutti i pezzi e mantenerli al loro posto. È essenziale che tutti, dai meccanici ai piloti, siano appassionati e soddisfatti. Non dico che sia facile, ma quando funziona, si vedono i risultati.
Qual è il pilota con cui hai un rapporto speciale?
Fabio Farioli: Ogni pilota è unico, ma alcuni rimangono più vicini. Garcia è come un bambino sempre entusiasta, Verona è praticamente uno di famiglia, e Lettenbichler ha un’attitudine quasi “aliena” ma è incredibilmente amato. Sono tutti talentuosi, ma ognuno porta qualcosa di diverso. L’Enduro è una disciplina dura, ma siamo una “famiglia” resistente, pronta a superare qualsiasi sfida.
Come descriveresti l’evoluzione dell’Enduro rispetto a quando correvi tu?
Fabio Farioli: L’essenza delle gare è rimasta la stessa, ma i materiali e le tecnologie hanno fatto passi da gigante. Moto più potenti, sospensioni più sofisticate, pneumatici incredibili: tutto questo permette prestazioni impensabili in passato. Tuttavia, ogni progresso aumenta anche i rischi, perché i margini di errore si assottigliano.
Quali sono le aspettative per il futuro?
Fabio Farioli: Continueremo con i nostri top rider: Garcia, Verona, Bolt e Lettenbichler. Stiamo anche supportando giovani promesse, come Wade Young, che ci ha dato grandi soddisfazioni. Non cambieremo una squadra vincente, ma guardiamo sempre avanti, cercando di crescere e migliorare. La sfida è costante, ma è proprio questo che ci spinge a dare il massimo ogni giorno.